UNO SGUARDO SOCIO-CULTURALE ALL‘USO DELL’ALCOL

La cultura italiana, insieme ad altre culture indoeuropee, è da sempre stata favorevole al consumo alcolico, attribuendogli un’immagine positiva come elemento conviviale e aggregativo nelle occasioni di festa.

Le bevande alcoliche in sostanza ritualizzano gli eventi significativi della vita di un individuo, di una famiglia, di un gruppo. Questo contribuisce a determinare nella coscienza comune una scarsa percezione di pericolosità dell’utilizzo dell’alcol e della sottile linea di confine che distingue il bere sociale dal bere a rischio.

La relazione del Ministero della Salute in materia di alcol e problemi alcol correlati del dicembre 2011 dichiara il consumo dannoso di alcol al terzo posto nel mondo fra le cause di malattia e morte prematura.

La situazione è particolarmente grave in Europa dove si registrano, contestualmente ai consumi più elevati, i più alti tassi di morbilità e mortalità alcol correlate. L’Europa è la regione del mondo con la più grande percentuale di bevitori, i più alti livelli di consumo di alcol pro capite e un elevato livello di danni e problemi connessi all’alcol.
Come si evince dalla relazione annuale al Parlamento su alcol e problemi alcol correlati, in Italia i dati confermano il passaggio dal tradizionale modello di consumo mediterraneo, con consumi quotidiani e moderati, incentrati prevalentemente sul vino, a un modello più articolato, che risente sempre più dell’influsso culturale nordeuropeo. Aumentano i bevitori fuori pasto, il consumo giovanile alcolico, chiamato binge drinking, e le bevitrici al femminile.