L’alcol e i giovani

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I giovani sono un target di popolazione estremamente vulnerabile ai rischi legati al consumo di bevande alcoliche.
Negli ultimi decenni si è assistito infatti ad un aumento graduale del consumo di alcol da parte di adolescenti e pre-adolescenti, aumento influenzato anche da pressioni sociali, mediatiche e pubblicitarie sempre più considerevoli e incalzanti.

Accanto alle pressioni mediatiche sollecitate tramite social network o spot pubblicitari (si stima che vengono investiti circa 65 milioni di euro per la pubblicità di bevande alcoliche sul web) anche la maggiore disponibilità di offerta e il cambiamento di modelli di consumo hanno esposto i giovani all’acquisizione di comportamenti non salutari.

L'alcol. Fotolia.

Negli ultimi anni, infatti, i giovani (ma non solo loro) hanno adottato un modello di consumo “anglosassone” distanziandosi dal modello mediterraneo, in cui il vino veniva consumato ogni giorno durante i pasti. Si è passati così a un consumo realizzato prevalentemente fuori pasto, il cui obiettivo non è il piacere della bevanda alcolica legata ai sapori del cibo, ma la ricerca dell’effetto secondario dell’assunzione alcolica, che per i giovani si esplicita nella percezione di essere maggiormente disinvolti, loquaci, disinibiti e maggiormente integrati nel gruppo dei pari.

DATI SUL CONSUMO DI ALCOL TRA LA POPOLAZIONE GIOVANILE

Da un recente dell’Istat si evince che nel 2014 la quota di persone di 11 anni e più che bevono alcolici è pari al 63%. A seguito del cambiamento di modello di consumo sopra esposto appare in netto calo il consumo giornaliero di alcol (da 31% nel 2005 al 22,1% nel 2014), mentre aumenta la quota di chi dichiara di bere alcolici fuori pasto, che nel 2014 raggiunge il 26,9%.
Per quanto riguarda gli adolescenti, se nel 2001 consumava alcolici fuori pasto il 15,5% dei 14-17enni, nel 2011 la quota si assesta intorno al 18,8%, con una crescita più evidente tra i maschi.

I comportamenti a rischio sono più diffusi tra i giovani di 18-24 anni (il 22,8% dei maschi e l’8,4% delle femmine) e gli adolescenti di 11-17 anni (il 14,1% dei maschi e l’8,4% delle femmine).

E’ inoltre da evidenziare un fenomeno che sta prendendo sempre più piede tra i giovani consumatori e che prende il nome di binge drinking. Con tale termine si indica il consumo di 6 o più bevande alcoliche in un’unica occasione. La popolazione più a rischio di binge drinking è quella giovanile (18-24 anni): il 22% dei maschi e l’8,7% delle femmine attua questo tipo di comportamento e per lo più durante momenti di socializzazione. Dai dati emerge infatti che nei giovani di 18-24 anni che frequentano assiduamente le discoteche i comportamenti di consumo di alcol a rischio sono più diffusi (32,4%) rispetto ai coetanei che non frequentano la discoteca (7,6%). Stesse differenze si riscontrano tra frequentatori e non di spettacoli sportivi e concerti di musica non classica.
Per oltre il 50% dei ragazzi dunque l’incontro con l’alcol avviene ormai fuori casa, complici sono quelle occasioni che favoriscono e incoraggiano l’abuso di sostanze alcoliche come l’happy hour, che letteralmente significa “ora felice” ed è la fascia oraria in cui alcuni bar e altri esercizi pubblici applicano sconti sulle bevande alcoliche, o l’open bar, dove pagando una cifra forfettaria si ha la possibilità di bere senza limiti.

LE CARATTERISTICHE DEL BERE GIOVANILE

Alcol e adolescenza

“Nessun giovane è veramente convinto di dover un giorno morire”

W. Hazlit

Lo sviluppo umano è caratterizzato da un continuo adattamento tra individuo e ambiente, tale adattamento comporta la ricerca di un equilibrio che si configura come dinamico e mutabile. Questo processo adattativo è particolarmente complesso in quei periodi di transizione che implicano grandi cambiamenti nella vita della persona e l’adolescenza rappresenta in tal senso il momento forse più critico dell’intero percorso di vita. L’adolescenza, ossia il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, costituisce una transizione evolutiva di fondamentale importanza: rappresenta un periodo di passaggio, ma anche di sospensione, in cui i giovani sono chiamati ad affrontare prove e compiti evolutivi affinché si possano costituire nuovi equilibri nei contesti di vita.
Ogni ragazzo, per diventare adulto, deve superare dei “compiti evolutivi” , delle prove che permettono di sperimentare la propria indipendenza e di stabilire relazioni sociali. In particolare i compiti evolutivi dell’adolescente riguardano:
l’area personale: ossia creare relazioni più stabili e mature con i coetanei, accettare i cambiamenti fisici e biologici che l’adolescenza comporta, acquisire una propria identità;
l’area cognitiva: acquisire la capacità di ragionare in termini sempre più astratti e ampliare la capacità di progettare e pensare al proprio futuro;
l’area delle relazioni sociali: riguarda l’emancipazione dalle figure genitoriali, il raggiungimento di una propria indipendenza attraverso l’acquisizione della capacità di decidere, la capacità di costruire relazioni intime e il rafforzamento del senso di appartenenza al gruppo.

In generale il compito primario per un adolescente è quello di elaborare e costruire una propria identità definita e distinta in grado di porsi nei confronti del mondo in modo autonomo, coerente e responsabile. Per realizzare quest’importante obiettivo di crescita, gli adolescenti possono intraprendere diversi percorsi e hanno quindi differenti possibilità di azione sulla base anche delle loro caratteristiche personali e dalle opportunità o dei vincoli offerti dai contesti di vita. Alcuni di questi percorsi possono configurarsi come maggiormente a rischio perché espongono i ragazzi a elevate probabilità di compromettere il loro futuro.
I comportamenti a rischio, come la guida pericolosa o l’utilizzo di sostanze psicoattive come l’alcol, sono azioni che vengono messe in atto dagli adolescenti per raggiungere degli obiettivi e per superare quei compiti di sviluppo tipici dell’età che stanno attraversando. Ad esempio il consumo di alcol può rispondere al bisogno che il ragazzo sente di considerarsi adulto e di costruire la propria adultità, rafforzando la propria identità in un momento in cui altri aspetti più essenziali dell’essere adulti non sono ancora realizzabili. Oltre all’adultità, i ragazzi sono impegnati nell’acquisizione e affermazione di una propria autonomia: l’adolescente mette spesso in atto comportamenti che hanno la funzione di realizzare un’autonomia di scelta rispetto alle norme e i valori, e le indicazioni degli adulti, primi fra tutti i genitori. Ecco che il consumo di alcol o di altre sostanze può avere la funzione per l’adolescente di dimostrare a se stesso e agli altri di possedere la capacità di scegliere e decidere in maniera autonoma. Attraverso i comportamenti a rischio, che implicano spesso la trasgressione il superamento dei limiti, l’adolescente può trovare un modo per identificarsi e differenziarsi dagli adulti, soprattutto dai genitori e per affermare, in forma più marcata, se stesso, la propria autonomia e la propria indipendenza.
La fase adolescenziale è anche il periodo in cui si esplorano nuove sensazioni: il giovane si trova a sperimentare nuovi stati di coscienza e a provare emozioni mai vissute prima, questo riguarda la sessualità, ma anche l’utilizzo di sostanze psicoattive. Inoltre l’identità che l’adolescente si affanna a costruire non si costruisce nell’isolamento, il ragazzo esprime la propria individualità attraverso la condivisione di esperienze, sentimenti ed emozioni. Il consumo di alcol in tal senso consente di ottenere una visibilità, seppur negativa, agli occhi del gruppo e di fondare il legame sociale con i coetanei attraverso quello che, a livello culturale, viene configurato come un “rito di legame e di passaggio”.
Naturalmente ci possono essere molti altri comportamenti positivi che assolvono alle funzioni sopra descritte e che sono finalizzate al superamento dei compiti di sviluppo. Ad esempio i ragazzi possono trovare altre forme per esprimere la propria adultità ed autonomia, come assumersi nuove responsabilità, partecipare alla vita sociale, prendere decisioni sul proprio futuro. Altri modi positivi invece per affermare e sperimentare se stessi sono l’attività fisica, intellettuale o scolastica, le sensazioni provocate da un viaggio o una vacanza, sperimentare tipi di abbigliamento non convenzionale e anticonformista.
Nonostante il fatto che i comportamenti a rischio e più nello specifico, l’uso e abuso di alcol, possano assolvere importanti funzioni di crescita e quindi vadano contestualizzati al periodo evolutivo in cui si verificano, questo non autorizza a considerarli necessari e a sottovalutarli, è importante infatti tenere a mente che questi comportamenti possono rappresentare a lungo andare l’anticamera per l’instaurazione di abitudini non salutari e pericolose per lo sviluppo fisico, psichico e sociale dell’adolescente.

Stile del bere giovanile

Come sopra esposto nella cultura giovanile sono riscontrabili diversi stili del bere rapportati ai diversi significati attribuiti dagli adolescenti al consumo di alcol.

Stile dissetante alimentare: il consumo di bevande alcoliche è legato al gusto personale e alle abitudini alimentari, apprese nel contesto familiare e modificate o acquisite nel contesto lavorativo.
Stile consumistico–conformista: il bere è influenzato dal tipo di ambiente frequentato (ad esempio birreria, cocktail-bar), dalla disponibilità e dal tipo di consumo diffuso, dalle scelte dei pari e da altri bisogni indotti dal contesto.
Stile conviviale: l’alcol è l’elemento aggregante, che contribuisce a creare un’atmosfera di convivialità e a facilitare le relazioni.
Stile cerimoniale–rituale: l’alcol serve a “bagnare la festa”.
Stile omologante: si beve per sentirsi adeguati, per aumentare la percezione di somiglianza e di appartenenza al gruppo, per farsi accettare.
Stile affermativo maschile: i ragazzi bevono per sentirsi o mostrarsi più virili, in rapporto all’alcol che riescono a reggere, anche in competizione con amici e compagni del gruppo.
Stile affermativo femminile: le ragazze bevono per sentirsi o mostrarsi più disinvolte ed emancipate.
Stile trasgressivo: il bere eccessivo ha uno scopo dimostrativo, ad esempio per dimostrare di essere diventati grandi, o provocatorio, per trasgredire le regole.
Stile sperimentale: le bevande alcoliche, il loro gusto e i loro effetti possono essere oggetto di esplorazione, nella fase adolescenziale; il gusto per la sfida e il desiderio di emozioni forti può portare a eccessi frequenti, con comportamenti a rischio quali l’assunzione combinata di altre sostanze o la guida di veicoli in stato d’ebbrezza.
Stile protagonistico: l’alcol può essere utilizzato per giocarsi un ruolo di maggiore protagonismo, per attirare l’attenzione di persone dell’altro sesso, per affermarsi all’interno del gruppo, per essere o apparire più sciolti e disinibiti.
Stile anestetizzante: il bere origina dal desiderio di allontanare da sé la sofferenza dovuta a difficoltà personali, legate alla fase evolutiva attraversata, ai rapporti con le persone significative (amici, genitori, ragazzo/a), a situazioni avvertite come frustranti, gravose a scuola o al lavoro.
Stile anti-vuoto: alcuni ragazzi avvertono la necessità di trovare strategie di “riempimento” di tempo considerato vuoto, tempo contrassegnato da vissuti di noia, apatia, talvolta da sentimenti malinconici e di solitudine.
Molto diffusi sono lo stile protagonistico, sperimentale e omologante, perché assolvono ad alcune funzioni accennate sopra, come l’affermazione di se stessi e della propria autonomia, aiutano ad adeguarsi al gruppo dei pari migliorando la percezione di appartenenza. Tuttavia tutte queste modalità del bere possono rappresentare possibili situazioni rischiose per un uso problematico della sostanza alcolica, andandosi a configurare come prima tappa di una lunga “carriera alcolica”.
E’ importante non dimenticare però che al consumo/abuso della sostanza alcolica vanno a concorrere altre variabili che ne condizionano lo sviluppo, come il contesto familiare, sociale, economico e le variabili personali psichiche e relazionali che caratterizzano ogni persona. Dunque tutti gli stili potrebbero essere potenzialmente rischiosi, ma è opportuno tenere in considerazione anche tutti quegli aspetti che intervengono nel concorrere ad una situazione di uso problematico della sostanza alcolica.

I danni causati dall'alcol sullo sviluppo degli adolescenti

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per gli adolescenti fino a 16 anni è raccomandata la totale astensione dall’alcol, tale dato è coadiuvato dai risultati della ricerca scientifica da cui emerge che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio quattro volte maggiore di sviluppare alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21 anni.
L’adolescenza è un periodo di cambiamenti strutturali e funzionali a livello cerebrale. Durante tale periodo infatti si sviluppa maggiormente la corteccia frontale e prefrontale, che è quella zona del cervello destinata alla regolazione delle emozioni, alla capacità di risolvere problemi e di autoregolarsi. Più nello specifico in tale fase evolutiva vengono a strutturarsi quelle funzioni cognitive esecutive che permettono l’acquisizione di abilità individuali di eseguire processi cognitivi di grado elevato come la pianificazione degli obiettivi, l’astrazione, la memoria operativa, il controllo dell’attenzione, la flessibilità del pensiero, l’auto-controllo e la capacità di utilizzare feed-back nella regolazione dei comportamenti. Le sostanze psicoattive in genere e dunque anche l’alcol determinano effetti neurobiologici persistenti che favoriscono l’indebolimento della funzione della corteccia pre-frontale, l’area che controlla la motivazione, il comportamento e l’inibizione.
Anche dal punto di vista dell’apparato gastroenterico il consumo di alcol prima dei 16 anni è vivamente sconsigliato, gli adolescenti, infatti, prima di tale età non sono forniti del corredo enzimatico predisposto alla scomposizione e metabolizzazione dell’etanolo contenuto nelle sostanze alcoliche, provocando in tal modo gravi effetti sul Sistema Nervoso Centrale dovuti a stati di intossicazione acuta. Per questa ragione, infatti, la Legge Italiana vieta la somministrazione di alcolici ai minori di anni 16. Inoltre è da specificare che esistono molteplici differenze tra maschi e femmine, queste ultime, infatti, hanno meno capacità di metabolizzare l’alcol e sono più vulnerabili agli affetti tossici dell’etanolo per vari motivi: peso corporeo inferiore ai maschi, corredo enzimatico non adeguato, minore quantità di acqua nell’organismo, organi più piccoli.

Adolescenti, alcol e genitori: cosa fare?

I modelli familiari hanno un’enorme importanza nell’indurre l’abitudine all’alcol attraverso processi psicologici di tipo imitativo e identificatorio. I genitori hanno quindi un ruolo chiave nel significato che i giovani danno all’utilizzo della sostanza alcolica, dare il buone esempio e tenere uno stile di consumo moderato facilita l’adozione di uso consapevole e responsabile da parte del giovane.

Di seguito proponiamo un decalogo per i genitori realizzato dal dott. Emanuele Scafato e dalla dott.ssa Rosaria Russo dell’Osservatorio su Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità. L’articolo fornisce dieci utili suggerimenti per facilitare il dialogo con i figli e dà importanti consigli sulle “buone pratiche”: competenze che possono essere messe in atto per facilitare un corretto e moderato uso della sostanza alcolica anche attraverso l’esempio e l’adozione di uno stile di vita familiare adeguato e protettivo.

Per visionare i progetti di prevenzione dell’Aliseo rivolti ai giovani

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • Bonino, S.; Cattelino, E.; “Prevention in adolescence, psychoeducational intervention courses on risk and health”; Erikson, 2008 Gardolo (TN).
  • Gini, P.; Rossin, M.R.; Giunta, M.G.; Longoni, B.; “The alcohol problem, understanding and helping those who drink too much”, Ambrosiana Publishing House, 2010 Milan.
  • Pergamum, AB; Drogo, GML; “Young people and alcohol”; Medical psycho-pedagogical series directed by Bollea; Armando Editore, 2002 Rome.
  • http://www.epicentro.iss.it/temi/alcohol/index_alcohol.asp
  • http://www.istat.it/it/