Le alterazioni che l’alcol può indurre nell’organismo possono essere distinte in acute o croniche, a seconda del tempo che intercorre tra l’abuso alcolico e i suoi effetti sull’individuo. Le manifestazioni acute sono quelle indotte da un recente abuso di alcolici (i sintomi sono direttamente proporzionali all’alcolemia riscontrabile nel sangue) o, al contrario, da una sua recente interruzione.
Le manifestazioni acute
L’intossicazione acuta è dovuta all’azione deprimente che l’alcol esercita sul sistema nervoso centrale e in modo particolare sui centri nervosi che normalmente funzionano da freni inibitori, controllando gli istinti e il comportamento. Inizialmente si ha uno stato di eccitazione, caratterizzato da loquacità, allegria, euforia, che spiega l’uso dell’alcol in contesti conviviali. Lo stato di euforia iniziale però può sfociare in una minore capacità di autocontrollo con aumento dell’irascibilità, impulsività e aggressività. In altri, invece, gli effetti depressivi dell’alcol si manifestano subito causando sonnolenza, malinconia, pianto, isolamento e stati di angoscia.
Nell’intossicazione acuta si perde progressivamente il coordinamento delle idee e del movimento: la persona è sempre più confusa nei pensieri e nel linguaggio, i riflessi sono notevolmente ridotti, mentre i tempi di reazione agli stimoli sono rallentati. Le conseguenze di un’intossicazione acuta sono molteplici: possibili incidenti stradali, assideramento per i bevitori che bevono all’aperto, possibili crisi convulsive, coma etilico, paralisi dei centri respiratori e morte.
Sindrome d’astinenza da alcol si manifesta, invece, a seguito della brusca interruzione o riduzione dell’assunzione di alcol da parte di un’alcolista che ha sviluppato uno stato di dipendenza fisica. E’ importante sottolineare, però, che non tutti gli alcolisti hanno una dipendenza fisica da alcol. I sintomi possono essere diversi e compaiono entro poche ore dall’ultima assunzione di alcol e possono durare da alcune ore ad alcuni giorni. I sintomi includono: iperattività del sistema nervoso autonomo, tremore alle mani, insonnia, neausea e vomito, allucinazioni visive, tattili o uditive, agitazione psicomotoria, ansia, crisi convulsive. La manifestazione astinenziale più grave è il “Delirium tremens”, che compare entro la prima settimana dall’ultima assunzione ed è caratterizzata da uno stato d’intensa agitazione psicomotoria, con delirio, tremori, allucinazioni e febbre.
Le manifestazioni croniche
Sono collegate all’assunzione di alcol in quantità eccessive e per un periodo lungo di tempo. Gli apparati più colpiti sono quello digerente, ematico e cardiovascolare, neurologico, riproduttivo e immunitario.
Per quanto riguarda l’apparato digerente le patologie alcol-correlate sono le gengiviti (infiammazione delle gengive che possono causare perdita dei denti), esofagiti o gastriti (infiammazioni della mucosa esofagea e gastrica) che provocano dolore, bruciore, nausea, vomito e digestione lenta. E’ importante sottolineare a tal proposito che l’alcol non ha proprietà digestive, al contrario di quello che normalmente si pensa. Altre conseguenze a carico di tale apparato sono le enteriti (infiammazioni dell’intestino), pancreatiti (infiammazioni del pancreas), steatosi, epatiti, cirrosi, oltre ai tumori che possono interessare gli organi sopracitati.
Nel paziente cirrotico si manifestano disturbi digestivi, dimagrimento, anemia, disturbi sessuali, aumento di volume delle mammelle dell’uomo e della milza. Possono comparire inoltre ascite (accumulo di liquido nell’addome), dilatazione dei vasi cutanei dell’addome, emorragie digestive, ittero (colorazione giallastra della cute).
Le patologie correlate all’apparato ematico sono l’anemia (diminuzione del numero di globuli rossi nel sangue), leucopenia (diminuzione del numero dei globuli bianchi), piastrinopenia (diminuzione del numero delle piastrine). I presunti effetti benefici dell’alcol sul sangue sono attribuibili al ferro contenuto nel vino, in realtà però questo minerale rimane inutilizzato e negli alcolisti può accumularsi in vari organi, danneggiandoli. Per quanto riguarda il cuore, sovente l’alcolista ha episodi di tachicardia, palpitazioni e aritmia oltre alla possibilità che si instauri un’ipertensione arteriosa. E’ opinione diffusa che l’alcol sia un elemento protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari, questo grazie all’azione vasodilatatrice e alla presenza di sostanze antiossidanti, ma l’alcol esercita tali azioni solo sui vasi periferici e non sui vasi coronarici o cerebrali, che invece non ne beneficiano. Inoltre le sostanze antiossidanti sono contenuti nell’uva e in altri frutti, non solo nel vino rosso, che peraltro, per ottenere risultati benefici, bisognerebbe bere in grandi quantità. Tali credenze sono spesso sostenute dai mass media che diffondono informazioni scientificamente non corrette e fuorvianti.
L’abuso alcolico può determinare varie malattie anche a carico del sistema nervoso, sia come effetto tossico sia in conseguenza alla malnutrizione e allo scarso apporto delle vitamine del gruppo B. La patologia più frequente è una neuropatia agli arti inferiori, i sintomi consistono in formicolii, crampi, dolori e bruciori, ridotta sensibilità e forza agli arti inferiori. Inoltre diffusi sono i disturbi della memoria, le difficoltà motorie, il deterioramento mentale progressivo fino alla demenza. Può venire danneggiato anche il cervelletto, con conseguenze a carico della deambulazione. Altre patologie a carico del sistema nervoso sono la sindrome di Korsakoff (caratterizzata da stato confusionale, disturbi della memoria, etc), ansia, depressione e psicosi. Tali tipi di disturbi sono reversibili se l’alcol viene immediatamente sospeso, se invece si è instaurato un danno organico, questo non è più riparabile.
Le patologie correlate al sistema riproduttivo sono invece rappresentate da un calo della libido, impotenza, amenorrea (assenza di cicli mestruali), infertilità, sterilità, aborti e fetopatia alcolica.
Infine le patologie a carico del sistema immunitario e correlate ad un’assunzione cronica di alcol sono le infezioni a carico dell’apparato respiratorio (polmoniti, tubercolosi), i tumori al cavo orale, alla faringe, all’esofago, ect, inoltre la riduzione delle difese può aumentare, in caso di contatti a rischio, la possibilità di contrarre l’epatite B e C, il virus dell’HIV.