“Nessun giovane è veramente convinto di dover un giorno morire”
W. Hazlit
Lo sviluppo umano è caratterizzato da un continuo adattamento tra individuo e ambiente, tale adattamento comporta la ricerca di un equilibrio che si configura come dinamico e mutabile. Questo processo adattativo è particolarmente complesso in quei periodi di transizione che implicano grandi cambiamenti nella vita della persona e l’adolescenza rappresenta in tal senso il momento forse più critico dell’intero percorso di vita. L’adolescenza, ossia il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, costituisce una transizione evolutiva di fondamentale importanza: rappresenta un periodo di passaggio, ma anche di sospensione, in cui i giovani sono chiamati ad affrontare prove e compiti evolutivi affinché si possano costituire nuovi equilibri nei contesti di vita.
Ogni ragazzo, per diventare adulto, deve superare dei “compiti evolutivi” , delle prove che permettono di sperimentare la propria indipendenza e di stabilire relazioni sociali. In particolare i compiti evolutivi dell’adolescente riguardano:
l’area personale: ossia creare relazioni più stabili e mature con i coetanei, accettare i cambiamenti fisici e biologici che l’adolescenza comporta, acquisire una propria identità;
l’area cognitiva: acquisire la capacità di ragionare in termini sempre più astratti e ampliare la capacità di progettare e pensare al proprio futuro;
l’area delle relazioni sociali: riguarda l’emancipazione dalle figure genitoriali, il raggiungimento di una propria indipendenza attraverso l’acquisizione della capacità di decidere, la capacità di costruire relazioni intime e il rafforzamento del senso di appartenenza al gruppo.
In generale il compito primario per un adolescente è quello di elaborare e costruire una propria identità definita e distinta in grado di porsi nei confronti del mondo in modo autonomo, coerente e responsabile. Per realizzare quest’importante obiettivo di crescita, gli adolescenti possono intraprendere diversi percorsi e hanno quindi differenti possibilità di azione sulla base anche delle loro caratteristiche personali e dalle opportunità o dei vincoli offerti dai contesti di vita. Alcuni di questi percorsi possono configurarsi come maggiormente a rischio perché espongono i ragazzi a elevate probabilità di compromettere il loro futuro.
I comportamenti a rischio, come la guida pericolosa o l’utilizzo di sostanze psicoattive come l’alcol, sono azioni che vengono messe in atto dagli adolescenti per raggiungere degli obiettivi e per superare quei compiti di sviluppo tipici dell’età che stanno attraversando. Ad esempio il consumo di alcol può rispondere al bisogno che il ragazzo sente di considerarsi adulto e di costruire la propria adultità, rafforzando la propria identità in un momento in cui altri aspetti più essenziali dell’essere adulti non sono ancora realizzabili. Oltre all’adultità, i ragazzi sono impegnati nell’acquisizione e affermazione di una propria autonomia: l’adolescente mette spesso in atto comportamenti che hanno la funzione di realizzare un’autonomia di scelta rispetto alle norme e i valori, e le indicazioni degli adulti, primi fra tutti i genitori. Ecco che il consumo di alcol o di altre sostanze può avere la funzione per l’adolescente di dimostrare a se stesso e agli altri di possedere la capacità di scegliere e decidere in maniera autonoma. Attraverso i comportamenti a rischio, che implicano spesso la trasgressione il superamento dei limiti, l’adolescente può trovare un modo per identificarsi e differenziarsi dagli adulti, soprattutto dai genitori e per affermare, in forma più marcata, se stesso, la propria autonomia e la propria indipendenza.
La fase adolescenziale è anche il periodo in cui si esplorano nuove sensazioni: il giovane si trova a sperimentare nuovi stati di coscienza e a provare emozioni mai vissute prima, questo riguarda la sessualità, ma anche l’utilizzo di sostanze psicoattive. Inoltre l’identità che l’adolescente si affanna a costruire non si costruisce nell’isolamento, il ragazzo esprime la propria individualità attraverso la condivisione di esperienze, sentimenti ed emozioni. Il consumo di alcol in tal senso consente di ottenere una visibilità, seppur negativa, agli occhi del gruppo e di fondare il legame sociale con i coetanei attraverso quello che, a livello culturale, viene configurato come un “rito di legame e di passaggio”.
Naturalmente ci possono essere molti altri comportamenti positivi che assolvono alle funzioni sopra descritte e che sono finalizzate al superamento dei compiti di sviluppo. Ad esempio i ragazzi possono trovare altre forme per esprimere la propria adultità ed autonomia, come assumersi nuove responsabilità, partecipare alla vita sociale, prendere decisioni sul proprio futuro. Altri modi positivi invece per affermare e sperimentare se stessi sono l’attività fisica, intellettuale o scolastica, le sensazioni provocate da un viaggio o una vacanza, sperimentare tipi di abbigliamento non convenzionale e anticonformista.
Nonostante il fatto che i comportamenti a rischio e più nello specifico, l’uso e abuso di alcol, possano assolvere importanti funzioni di crescita e quindi vadano contestualizzati al periodo evolutivo in cui si verificano, questo non autorizza a considerarli necessari e a sottovalutarli, è importante infatti tenere a mente che questi comportamenti possono rappresentare a lungo andare l’anticamera per l’instaurazione di abitudini non salutari e pericolose per lo sviluppo fisico, psichico e sociale dell’adolescente.